Agroalimentare: il punto della situazione in Italia e nel Lazio

1 OTTOBRE 2016 - ROMA

I dati della Coldiretti confermano, come accade spesso negli ultimi anni, che il settore agroalimentare é il settore trainante dell'esportazione italiana. Infatti ha raggiunto ormai importanti  traguardi con circa 36 miliardi di fatturato, ed un incremento del 7% registrato a novembre del 2015 (considerando +15% negli USA ma -26% in Russia per effetto dell'’embargo). Gli aumenti vanno dall’11% per l’ortofrutta al 10 % per l’olio di oliva, e dal +9% per la pasta al +6% per il vino.
Mentre l'industrie non alimentari nel secondo trimestre del 2016 registrano una forte battuta di arresto (che ha contribuito a rallentare la crescita del prodotto interno lordo lasciandolo ai livelli dei primi tre mesi dell’anno), l'agricoltura nello stesso periodo ha subito solo una leggera flessione del -0,9%. Ma soprattutto le vendite all'estero nel 2016 degli agroalimentari italiani continuano a registrare una forte crescita, che su base annua é pari al +12,1%. Quindi l'agricoltura, che fornisce la materia prima all'agroalimentare,  é l'unica economia al momento capace di creare vera ricchezza, con un’ occupazione per ettaro di terreno che supera di ben tre volte quelle di Francia Germania e Spagna.
Il Lazio é una regione che negli ultimi anni sta vivendo grandi soddisfazioni nella produzione di qualità dei suoi prodotti agricoli e tipici del territorio, soprattutto di quelli trasformati di qualità come l'olio di oliva, i formaggi ed i vini. Per esempio negli ultimi anni gli agricoltori del Lazio hanno avuto importanti riconoscimenti in concorsi famosi come il "Premio Ercole Oleario" per l'olio di oliva ed altri premi al “Vinitaly” per il vino. Si tratta di riconoscimenti che sembrano riconfermarsi di anno in anno, soprattutto nel caso dell’olio extravergine d’oliva.
L’agricoltura è perciò uno dei settori centrali per l’economia della regione, che comprende anche la lavorazione, trasformazione e distribuzione dei prodotti agricoli. La realtà delle aziende agricole Laziali è rappresentata da circa 50Mila imprese, di cui il 90% sono imprese individuali.
Questa caratteristica rappresenta il punto critico dell’attività di finanziamento delle banche alle imprese agricole in quanto, benché in questo momento sia alta la qualità dell’offerta dei prodotti agricoli, gli imprenditori risultano essere troppo piccoli e deboli per corrispondere alla propria produzione un’adeguata rete promozionale e commerciale, cosa questa che spesso pregiudica il risultato economico dell’impresa. Anche i consorzi per vari motivi non riescono sempre a fornire un adeguato supporto di marketing, in particolare al singolo produttore. Tutto ciò si traduce per il sistema creditizio in un più alto rischio di insolvenza delle aziende agricole finanziate, con conseguenti ripercussioni nell’offerta finanziaria.
E' quindi importante l'ausilio di un buon tecnico del marketing come figura di collegamento diretto tra banca, imprese agricole e consorzi. Capace di seguire e supportare tali strutture per un miglior servizio finanziario alle imprese agricole del territorio in quanto, conoscendo le esigenze e le possibilità commerciali di dette aziende agricole, un esperto del marketing agroalimentare é capace, oltre che a promuovere l'azienda, di ridurre il rischio di una sua potenziale insolvenza.
La mancanza di questa figura era già stata notata nel 2012, dall'allora Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania. Ecco cosa il ministro diceva in quell'occasione:
"Bisogna far tornare nelle banche una generazione di funzionari che sappia valutare l'azienda agricola. Oggi non sono più capaci di farlo. Non c'é più il credito agrario specializzato che c'era prima, quindi si é perso quel funzionario in grado di valutare le potenzialità di un'azienda agricola"

(di Mauro Gaudino © - copyright 2016)